Gli ossidi di azoto o NOX, rappresentati dal monossido di azoto (NO) e dal biossido di azoto (NO2), si presentano a temperatura ambiente in forma gassosa: l’NO è incolore e inodore, mentre l’NO2 è rossastro e di odore forte e pungente.
Fonti emissive
L’NO, chiamato anche ossido nitrico, è prodotto soprattutto nel corso dei processi di combustione ad alta temperatura insieme a piccole quantità di NO2. Viene poi ossidato in atmosfera dall’ossigeno e più rapidamente dall’O3 producendo NO2.
Sorgenti naturali
azione batterica nel suolo
Sorgenti antropiche
- impianti di riscaldamento
- centrali termoelettriche
- emissioni veicolari
- processi produttivi (per es. produzione di acido nitrico, fertilizzanti azotati)
L’NO2 rappresenta quasi esclusivamente un inquinante secondario dal momento che deriva dall’ossidazione dell’NO in atmosfera. L’NO2 svolge un ruolo fondamentale nella formazione dello smog fotochimico essendo l’intermedio di base per la produzione di una serie di inquinanti secondari molto dannosi come l’O3, l’acido nitrico, l’acido nitroso, gli alchilnitrati, i perossiacetilnitrati.
Tempo di permanenza
Gli NOX permangono in atmosfera per pochi giorni: 4-5 giorni circa.
Modalità di rimozione
Vengono rimossi in seguito a reazioni chimiche che portano alla formazione di acidi, con il vapore acqueo, o di sostanze organiche, con idrocarburi e radicali. Gli ossidi di azoto (NOX) e gli ossidi di zolfo (SOX) possono formare i rispettivi nitrati e solfati di natura solida contribuendo così alla produzione del particolato secondario, ovvero alla diffusione di particelle che si formano in atmosfera per effetto della reazione chimica di sostanze inizialmente emesse in forma gassosa.